Cerimonia

Eccoci, Signore, manda noi!
Piccoli semi, ma, se vuoi,
grandi frutti noi daremo!

La cerimonia sarà accolta dalla Basilica di Santa Maria in Porto, a Ravenna.

Perché qui a SMP?

La prima volta che la sposa ha messo piede in questa chiesa aveva poco più di sette anni. Ricorda che non riusciva a togliere gli occhi da quelle due candele appoggiate sull’altare a destra e che aveva voglia di dare una carezza all’immagine bianca della Madonna che teneva senza fatica le mani sempre alzate. Da allora tante cose sono cambiate: l’altare, i preti, il parroco, le aiuole, la rampa fuori dalla chiesa, le persone, il teatrino, …. Tante sì! Ma non tutte: quelle due candele sono ancora lì e quelle braccia sono ancora alzate. Così la sposa è ancora lì anche lei: si siede sugli scalini fuori dalla chiesa e invece di aspettare la sua catechista o il suo animatore come faceva un tempo, aspetta i bambini per il catechismo e i ragazzi per fare gruppo (c’è persino chi direbbe che è più lì che a casa!). Questa parrocchia le ha regalato tanto in questi anni, più di quanto si sarebbe mai potuta immaginare in termini di fede, amicizia, comunità e di “essere chiesa”.
Ecco perché quì!

Orario?

Ore 16.00 in punto (capito Paolo?).

Come arrivare?

Clicca sulla goccia rossa e calcola il tuo percorso.

Un po’ di storia?

La Basilica è il santuario della Madonna Greca, patrona di Ravenna, ed è parte di un monastero che ospita anche il Museo comunale d’Arte di Ravenna (MAR).
Il monastero fu costruito in 13 anni, a partire dal 1496, e si trova in via di Roma, non lontano dalla Porta Nuova che era allora il limite meridionale del centro abitato. La prima pietra della Basilica fu posta solo successivamente, nel 1553.

Nel 1798, dopo l’entrata di Ravenna nella Repubblica Cisalpina, sia la basilica che il monastero vennero adibiti a caserma militare. Nel 1828 il monastero fu riaperto, ma venne definitivamente chiuso 58 anni dopo e divenne uno stabilimento dolciario. Alla fine del XIX secolo, la Basilica di Santa Maria in Porto divenne sede parrocchiale.

Il 24 Luglio 1944 una bomba di grosso calibro traforò l’abside della basilica, rimanendo inesplosa a pochi passi dalla sacra immagine della Madonna Greca. La basilica fu in seguito restaurata. Il monastero fu in parte adibito ad abitazione prima dei Salesiani e poi dei monaci dell’Ordine di San Paolo Primo Eremita, che officiano la chiesa tuttora.

Santuario?

Madonna Greca

L’ immagine della Madonna Greca è un bassorilievo bizantino scolpito sul marmo.

La festa della Madonna Greca viene celebrata a Ravenna la prima domenica dopo Pasqua (Domenica in Albis) perché, secondo la leggenda, l’immagine della Vergine apparve sul litorale di Porto Fuori, nei pressi di Ravenna, proprio la Domenica in Albis del 1100.

Secondo la leggenda tramandata dalle Carte Portuensi quel giorno, poco prima dell’alba, Pietro degli Onesti stava recitando con altri sei monaci il mattutino, quando l’abside venne rischiarata da una luce. Non trattandosi della luce del sole, i monaci uscirono sulla spiaggia per seguire il chiarore che aveva ferito la notte e grande fu la loro meraviglia quando videro che sulle acque galleggiava un’immagine della Madonna, scortata da due angeli, ognuno dei quali recava una luminosissima fiaccola. Di fronte al prodigio i monaci si inginocchiarono e dopo aver salutato la Vergine con preghiere e canti, esortarono il beato Pietro a prendere la sacra immagine. Pietro, però, non si riteneva degno di accogliere la Vergine ed invitò i suoi confratelli ad andarle incontro. Questi, però, non riuscirono nell’ intento perché la Vergine si allontanò di fronte al loro avvicinarsi. Sollecitato di nuovo dai confratelli, il beato Pietro protese le braccia ed a questo gesto gli angeli scomparvero e la sacra immagine gli si fece incontro.

Così narra la leggenda, unica testimonianza scritta che racconti l’approdo sulle spiagge ravennati dell’immagine sacra. È certo, comunque, che il bassorilievo venne realizzato in qualche “officina” sulle rive del Bosforo, da dove si imbarcò su di una nave ai tempi della prima crociata.